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Si comincia a parlare di “digital darwinism“, ovvero la scienza dell’evoluzione, nella sua accezione più forte e crudele al tempo stesso, nel mondo dell’informatica, in particolare nella sua estensione al mondo dell’informatica. E finora l’accezione con cui se ne parla, nella maggior parte dei casi, riguarda -ma pensa un po’- la pecunia e il lato prosaicamente economico: la capacità di attrarre, grazie ai nuovi canali mediatici, ai social network e internet più genericamente, nuovi followers. In fondo anche solo fare un blog, spesso significa “stare al passo coi tempi”, o in altri termini, adattarsi alla giungla informatica per garantire la propria sopravvivenza nel mondo virtuale.

Il darwinismo digitale ha implicazioni non indifferenti. Quello classico è fondato su tre presupposti: riproduzione, variazione e selezione. In quello digitale, mentre è difficile delle analogie per i primi due postulati, sul terzo la faccenda si fa più semplice: la selezione tecnologica opera sta operando in maniera notevole nella vita quotidiana di tutti. Oggi, una connessione ad internet, in molti paesi è vitale (ma non so quanto sia applicabile in Italia ancora). Agevola i rapporti con la pubblica amministrazione; è diventato un must per quanto riguarda i cosiddetti “beni e servizi” (dallo  shopping, alla scelta e prenotazione delle vacanze,  dalla scelta di un libro fino ad arrivare, perchè no a pubblicarne uno) e per quanto riguarda l’aspetto dominante di ciascuno, cioè la sua socialità nelle relazioni. Quindi , senza entrare nella metafisica per analizzare tutto ciò che la virtualizzazione della coscienza umana può significare, basta dire che una connessione internet determina le capacità di successo o meno di un’attività commerciale, oppure determina la possibilità per un ragazzo -o di chiunque a dire il vero- di fare nuove amicizie, e così via.

Quindi la prima selezione è: usare internet, o no. Ma nell’ammasso stellare dei bit in cui cominciamo a vivere, la seconda regola di selezione è: capire internet, oppure no.

Capire Internet significa trovare un modo, che, come nella selezione naturale solo l’esperienza mista alla fortuna portano alla “sopravvivenza”,  in questo caso a non cadere nel milione di tranelli che con cui la rete può intrappolare. Phishing truffe digitali virus e chi più ne ha…anche stavolta i predatori non mancano.

Senza contare che la selezione digitale opera in modo complesso e spesso ambiguo: il social network è diventato la nostra vetrina per l’amicizia gli affetti ed il lavoro, quindi per le nostre emozioni. Ma ad ogni passo tentiamo di difendere strenuamente il “diritto alla privacy”. Flag, check, controlli, firme virtuali per premunirci che la nostra intimità sia più che protetta, pubblicando poi qualunque struggimento del cuore su una bacheca web.

E Darwin ci osserva sempre incuriosito, vorrebbe sapere come agirà stavolta l’evoluzione.